La Ceramica a Faenza
La tradizionale ceramica faentina nasce, come in ogni altro luogo, dalla necessità di realizzare contenitori per l'acqua e il cibo, sviluppandosi con la creazione di brocche, ciotole, vasi, ecc.
Le argille rosate ricavate dal letto del fiume Lamone e la presenza di minerali reperiti nel territorio fecero sì che si sviluppasse naturalmente questa tecnica; l'innata fantasia degli artigiani locali fece il resto, e cosi, già nel Medioevo, Faenza diventò nota oltre i confini della città per la bellezza e la qualità delle sue ceramiche.
Grazie ai vari influssi prima orientali poi ispano-moreschi, nelle botteghe dei maestri vasai si sviluppò nel '400 una serie molto vasta di motivi decorativi.
Con una scoperta innovativa per l'epoca (l'aggiunta di stagno alla composizione dello smalto), i maiolicari faentini ottennero delle superfici molto bianche e compatte sulle quali i decori risaltavano ancor più e la loro fama si diffuse rapidamente; inoltre, in seguito alle vicende storiche locali, alcuni ceramisti migrarono per andare a lavorare in altre zone d'Italia e d'Europa.
La bellezza dello smalto faentino è ancor più evidente negli oggetti decorati con piccoli tocchi e colori chiari appena accennati, che i ceramisti svilupparono dagli inizi del '500; queste ceramiche vennero ovunque conosciute con il termine "Bianchi di Faenza" ed è in questo periodo che al di là delle Alpi si iniziò a usare il nome "Faience" per indicare la maiolica.
Il luogo ideale per conoscere la bellezza e la ricchezza della ceramica faentina è il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza.
Le argille rosate ricavate dal letto del fiume Lamone e la presenza di minerali reperiti nel territorio fecero sì che si sviluppasse naturalmente questa tecnica; l'innata fantasia degli artigiani locali fece il resto, e cosi, già nel Medioevo, Faenza diventò nota oltre i confini della città per la bellezza e la qualità delle sue ceramiche.
Grazie ai vari influssi prima orientali poi ispano-moreschi, nelle botteghe dei maestri vasai si sviluppò nel '400 una serie molto vasta di motivi decorativi.
Con una scoperta innovativa per l'epoca (l'aggiunta di stagno alla composizione dello smalto), i maiolicari faentini ottennero delle superfici molto bianche e compatte sulle quali i decori risaltavano ancor più e la loro fama si diffuse rapidamente; inoltre, in seguito alle vicende storiche locali, alcuni ceramisti migrarono per andare a lavorare in altre zone d'Italia e d'Europa.
La bellezza dello smalto faentino è ancor più evidente negli oggetti decorati con piccoli tocchi e colori chiari appena accennati, che i ceramisti svilupparono dagli inizi del '500; queste ceramiche vennero ovunque conosciute con il termine "Bianchi di Faenza" ed è in questo periodo che al di là delle Alpi si iniziò a usare il nome "Faience" per indicare la maiolica.
Il luogo ideale per conoscere la bellezza e la ricchezza della ceramica faentina è il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza.